Se avessi potuto
scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
“Ehi
tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi
una voce fuoricampo”
Prendiamo
un giornata qualunque, un pomeriggio tipo passato con il proprio
coinquilino alto, quello roscio
che sembra De Gregori ma canta come un'aquila con l'ala spezzata.
Inizialmente cantava come un'aquila e basta, poi io stessa gli ho
spezzato l'ala, ma lui ha continuato... Non potendomela prendere con
la rondine che balla di mattina presto nel cassettone della mia
serranda, dovrò pure sfogarmi in qualche modo!
Prendiamo
un amico del roscio
che si è malauguratamente affidato a lui per farsi fare da guida
spirituale in campo amoroso e chiamiamolo Frédéric Moreau, per
rispetto della privacy.
Frédéric è single e
vorrebbe rimorchiare e questo lo rende un caso tipo, non tanto il
fatto che sia single, quanto il fatto che vorrebbe rimorchiare:
volontà appartenente al 100% degli uomini italici, accoppiati o no.
Lui
siede sul divano e il roscio
gli canticchia le regole con piglio
bohémien: “Frédéric...”,
gli dice “ce devi provà co tutte, sempre e comunque, perché
questo è l'unico modo di fare che garantisce una sicura riuscita!”.
Frédéric lo guarda
sconvolto dal divano, poi guarda me che sto passando lì per caso,
diretta in cucina a prendermi un bicchiere di estathè.
“Iris,
l'hai mai provato l'estathè con la vodka? Secondo me è un cocktail
geniale. Cioè, io lo faccio pure co' i thè sottomarca, però
ecco...”
“L'unica
volta che ho mischiato l'estathè con qualcosa è stato in un momento
buio della mia vita e l'ho mischiato con la passiflora. Non credo di
dover aggiungere altro...”
“Il
21 aprile del 2012, verso le cinque del pomeriggio, Iris Versicolor,
sul punto di recarsi in cucina, venne fermata da due avventori
casuali che cercarono di convincerla a fare qualcosa che lei non
voleva. In lontananza, una nave era in partenza, la gente arrivava
trafelata e i marinai non davano retta a nessuno...”
“Sei
tu Gustave? Non posso crederci che Flaubert si sia scomodato per
me...”
“Sono
io, sono io. E invece chi sono 'sti due stronzi?”
“Non
lo so, non mi interessa più niente di niente....”
“Mentre
i bagagli venivano issati a bordo della nave, il baccano si
scioglieva nel fischio vago e denso del vapore che
sprigionandosi tra fogli di lamiera avvolgeva tutto in una nube
biancastra, mentre la campana, a prua, non smetteva di rintoccare.
Iris ne sembrava sconvolta e non smetteva di guardarsi intorno come
se sentisse
una voce nel gorgoglio lontano di quei rumori...”
“Iris?
Ma che stai a fa? Sembri pazza! Ma che senti le voci? Forse è colpa
della tua iperattività cerebrale. Forse soffri di ipertiroidismo...”
“Gustave?”
“Gustave?
Ma mo' chi è Gustave? Frédéric, corri in cucina a prendere
l'estathè...”
E'
stato così che, in un pomeriggio qualunque, mi sono fatta convincere
a bere un cocktail fatto con l'estathè e a seguire una “Educazione
sentimentale” molto meno poetica di quella scritta da Flaubert.
Ecco
che cosa ho imparato.
Gli
uomini non hanno la minima idea di come comportarsi con le donne.
Essi
pensano che se il tuo sguardo li fissa mentre stai pensando che hai
dimenticato di stendere la lavatrice, li stai guardando con gli occhi
dell'amore.
Il
loro atteggiamento è precario come un posto di lavoro: ti fanno fare
uno stage non retribuito e poi dicono agli amici: “Ma li morthè!
Me s'era appiccicata come una cozza...”.
Dopo
tre vodka ed estathè, ho imparato che mescolare le cose, le persone
o gli ambienti non è sempre sbagliato, soprattutto quando ho
iniziato a vedere Gustave, seduto accanto a Frédéric, e a parlare
con lui di presunta immoralità e bovarismo.
Poi,
il roscio
ha iniziato a cantare ed io gli ho spezzato anche l'altra ala.
Ho
dovuto farlo.
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