Memorie di una bevitrice di Estahè

Memorie di una bevitrice di Estahè

domenica 22 aprile 2012

Ma li morthè!

Se avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
Ehi tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi una voce fuoricampo”


Prendiamo un giornata qualunque, un pomeriggio tipo passato con il proprio coinquilino alto, quello roscio che sembra De Gregori ma canta come un'aquila con l'ala spezzata. Inizialmente cantava come un'aquila e basta, poi io stessa gli ho spezzato l'ala, ma lui ha continuato... Non potendomela prendere con la rondine che balla di mattina presto nel cassettone della mia serranda, dovrò pure sfogarmi in qualche modo!
Prendiamo un amico del roscio che si è malauguratamente affidato a lui per farsi fare da guida spirituale in campo amoroso e chiamiamolo Frédéric Moreau, per rispetto della privacy.
Frédéric è single e vorrebbe rimorchiare e questo lo rende un caso tipo, non tanto il fatto che sia single, quanto il fatto che vorrebbe rimorchiare: volontà appartenente al 100% degli uomini italici, accoppiati o no.
Lui siede sul divano e il roscio gli canticchia le regole con piglio bohémien: “Frédéric...”, gli dice “ce devi provà co tutte, sempre e comunque, perché questo è l'unico modo di fare che garantisce una sicura riuscita!”.
Frédéric lo guarda sconvolto dal divano, poi guarda me che sto passando lì per caso, diretta in cucina a prendermi un bicchiere di estathè.
Iris, l'hai mai provato l'estathè con la vodka? Secondo me è un cocktail geniale. Cioè, io lo faccio pure co' i thè sottomarca, però ecco...”
L'unica volta che ho mischiato l'estathè con qualcosa è stato in un momento buio della mia vita e l'ho mischiato con la passiflora. Non credo di dover aggiungere altro...”

Il 21 aprile del 2012, verso le cinque del pomeriggio, Iris Versicolor, sul punto di recarsi in cucina, venne fermata da due avventori casuali che cercarono di convincerla a fare qualcosa che lei non voleva. In lontananza, una nave era in partenza, la gente arrivava trafelata e i marinai non davano retta a nessuno...”
Sei tu Gustave? Non posso crederci che Flaubert si sia scomodato per me...”
Sono io, sono io. E invece chi sono 'sti due stronzi?”
Non lo so, non mi interessa più niente di niente....”
Mentre i bagagli venivano issati a bordo della nave, il baccano si scioglieva nel fischio vago e denso del vapore che sprigionandosi tra fogli di lamiera avvolgeva tutto in una nube biancastra, mentre la campana, a prua, non smetteva di rintoccare. Iris ne sembrava sconvolta e non smetteva di guardarsi intorno come se sentisse una voce nel gorgoglio lontano di quei rumori...”

Iris? Ma che stai a fa? Sembri pazza! Ma che senti le voci? Forse è colpa della tua iperattività cerebrale. Forse soffri di ipertiroidismo...”
Gustave?”
Gustave? Ma mo' chi è Gustave? Frédéric, corri in cucina a prendere l'estathè...”

E' stato così che, in un pomeriggio qualunque, mi sono fatta convincere a bere un cocktail fatto con l'estathè e a seguire una “Educazione sentimentale” molto meno poetica di quella scritta da Flaubert.
Ecco che cosa ho imparato.
Gli uomini non hanno la minima idea di come comportarsi con le donne.
Essi pensano che se il tuo sguardo li fissa mentre stai pensando che hai dimenticato di stendere la lavatrice, li stai guardando con gli occhi dell'amore.
Il loro atteggiamento è precario come un posto di lavoro: ti fanno fare uno stage non retribuito e poi dicono agli amici: “Ma li morthè! Me s'era appiccicata come una cozza...”.

Dopo tre vodka ed estathè, ho imparato che mescolare le cose, le persone o gli ambienti non è sempre sbagliato, soprattutto quando ho iniziato a vedere Gustave, seduto accanto a Frédéric, e a parlare con lui di presunta immoralità e bovarismo.
Poi, il roscio ha iniziato a cantare ed io gli ho spezzato anche l'altra ala.
Ho dovuto farlo.



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