Memorie di una bevitrice di Estahè

Memorie di una bevitrice di Estahè

martedì 10 febbraio 2015

Galleggianthè

Se avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
Ehi tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi una voce fuoricampo”

A un certo punto, in un giorno qualsiasi, senza che nessuno abbia fatto niente di male, si rompe lo scarico del bagno. Succede nelle migliori famiglie; figuriamoci nella nostra.
Pezzetta, in queste occasioni, si veste da maschio alfa e inizia a galleggiare.
«Galleggiare: v. intr. – Stare a galla, mantenersi, o avere la capacità di mantenersi, alla superficie di un liquido, di una massa d'acqua», ha urlato con sdegno il vocabolario, dal secondo scaffale della libreria.
«Stai calmo, eh! Usavo galleggiare in un altro senso, intendevo che inizia a fare il galletto del pollaio: secondo me, ci sta. Dai, non fare il conservatore! Per piacere, guardalo. Guarda come galleggia...»
Da quando, oltre alla barba, Pezzetta si è fatto crescere anche i capelli, sembra Francesco Guccini negli anni settanta e finisce che, quando si veste da maschio alfa, più che altro somiglia a un Alfa-Alfa con la barba: una simpatica canaglia di un metro e ottanta, uno steccolecco con la brillantina.
«Ci penso io ad aggiustare lo scarico», ci ha detto.
«Pensare: v. intr. - Sinonimo di ragionare, riflettere, considerare, meditare, rimuginare. Contrario di fare, agire», ha sussurrato il vocabolario, con la voce sconsolata di chi sa che Pezzetta è un gallo ponderatore: per lui procrastinare è sinonimo di fare le cose come devono essere fatte.
«Sei sicuro che ci pensi tu?», gli ha chiesto Oris, mentre lui iniziava l'osservazione esterna dello sciacquone e si leccava un dito per capire da che parte tirava il vento.
Lui ha gonfiato il petto alla maniera di Gaetano, il gallo partenopeo della mia amica SS che, istintivo come un combattente celtico sotto la guida di Vercingetorige, ha sottomesso tutte le galline, il cortile, la famiglia, la casa e i fidanzati di SS, pure quelli alti e imponenti come brachiosauri.
Ovviamente, io ho proposto di buttare un po' di Estathè nella vaschetta di ceramica: poteva essere utile per sgorgare i tubi o per far ringalluzzire la batteria di scarico; ma Pezzetta, a quel punto, aveva già pinze, giraviti e una chiave a pappagallo sull'ultimo gradino della sua scala pieghevole e stava facendo roteare in aria il galleggiante, le ghiere, le guarnizioni e la batteria.
«Sto riflettendo sul da farsi», ci ha detto, senza smettere di lanciare oggetti in aria.
«Se ti metti il tubo del galleggiante in bilico sul naso, ti lasciamo un'offerta nel bidet», abbiamo risposto in coro io, Oris e il vocabolario.
«Bidè: s. m. - dal fr. bidet, propr. 'piccolo cavallo'...»
«Comunque, Iris, ti vorrei far notare che questo vocabolario sta simpatico solo a te», mi ha screziato Oris.
«Iris, diglielo, forza: è arrivato il momento!», ha detto il vocabolario per rispondere allo screzio; ma io non ce l'ho fatta.

Dopo sette ore, tre conversazioni con l'omino del ferramenta e svariati scarichi non soddisfacenti, Pezzetta era talmente fuori di sé che ha iniziato a litigare con Oris per come la poverina aveva passato l'anticalcare nella vasca e, nella foga, continuava a chiamarlo: antecalcare. Io ho trovato questo nome così geniale che ho cercato di aggiungerlo a penna sul vocabolario, ma quest'ultimo mi ha chiuso le pagine in faccia, minacciando di fare la spia e confessare al mio posto quello che stavo continuando a tacere.
«Se fossimo in un ufficio marketing, antecalcare sarebbe il naming dell'anno. Ante calcareum natum...»
«Forse galleggiare può anche voler dire essere sospesi nella menzogna, come te adesso. Aggiungiamo questo secondo significato sulla mia definizione!», ha detto il vocabolario.
«Oris, sai che forse 'sto vocabolario non sta più tanto simpatico nemmeno a me?»

Era già notte quando Pezzetta è arrivato in cucina sudato e sconvolto e ci ha comunicato che, nonostante avesse aggiustato il galleggiante, lo scarico non funzionava e che, per non deprimersi, aveva dovuto ripassare l'anticalcare nella vasca per due volte.
Da Gaetano a brachiosauro; da brachiosauro a brecciolino dell'aia dei polli di SS: una débâcle.
«Àia: s. f. - ...»
«Oh, ahia!», ha detto Pezzetta, quando Oris gli ha picchiato il vocabolario sulla testa: «Se non lo sai fare, chiamiamo un idraulico, ma dillo! Per una volta, ammetti di aver sbagliato...»
«A proposito di errori, c'è una cosa che vi devo dire», ho annunciato con solennità per evitare che Oris e Pezzetta si mettessero a litigare; e poi ho confessato.
Ero stata così esaltata dalla storia del cardellino che mangiava il Ficus Benjamin di mia madre che non mi sono preoccupata di controllare se si trattava veramente di un cardellino, mi sono fidata di quello che mio padre le aveva detto.
Ogni volta che passavo vicino alla libreria, però, sentivo una voce che diceva: «Cardellino: s. m. – Piccolo uccello passeraceo...»; sono riuscita a ignorarla solo fino a un certo punto.
Quando mi sono fermata a sentire la fine della frase, l'amara scoperta: il cardellino è noto per la mascherina rosso scarlatto che gli circonda gli occhi. Lino, il mio cardellino, è azzurro e giallo. Quindi, molto semplicemente, Lino non è un cardellino.
«Che amarezza!», ha commentato Pezzetta, riempiendo il galleggiante di Estathè: «Magari l'Estathè aggiusta tutto...»
Oris gli ha provato la febbre con una mano: «Non è che hai respirato troppo anticalcare?».

Siamo andati tutti in bagno a sostenere Pezzetta e, con l'aiuto di Google Immagini, io e il vocabolario abbiamo iniziato una ricerca per risolvere l'arcano del mio uccellino grasso.
Ma neanche il mio grande amico Yahoo Answers ha saputo aiutarmi.
Poi, subito prima che Pezzetta provasse di nuovo galleggiante e che noi, con le zampette incrociate, sperassimo nel miracolo, è arrivata l'illuminazione.
Jonathan Franzen, Libertà, la dendroica cerulea.
A partire da quell'altro famosissimo uccellino letterario, sono arrivata a un link inaspettato e risolutivo: la famiglia delle Cince.
Lino non è Lino, ma Lella.
Lella la cinciarella, parente della cinciallegra, della cincia mora, della cincia dal ciuffo, di quella bigia, dell'azzurra, della siberiana e della dalmatina. 
Ecco.

A un certo punto, in un momento qualsiasi, senza che nessuno abbia fatto niente di buono, lo scarico ricomincia a funzionare. Succede nei migliori pollai; figuriamoci nel nostro.