Memorie di una bevitrice di Estahè

Memorie di una bevitrice di Estahè

sabato 14 dicembre 2013

Non posso promettere nienthè

Se avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
Ehi tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi una voce fuoricampo”

Il post di oggi lo dedico a tutti quelli che vorrebbero cancellare quest'anno che sta per finire, a quelli che quando Facebook lampeggia l'imperativo «Guarda il tuo 2013 in breve!» vorrebbero prendere a badilate il computer, immergere lo smartphone in un silos di salamoia o dare fuoco ai pedalini multicolor fatti a mano dalla nonna perché, per quello, ogni motivo è buono.
(«Mi era avanzata un po' di lana e ho detto: 'Peppì, che dici, non gli serviranno due paia di calzini alle bambine?'». No, nonna, a me e a Oris non servivano quattro piedi destri, pure l'anno scorso ci hai fatto quattro piedi destri, al più ci servivano i sinistri, ma poi comunque no, non li usiamo sti cazzo di pedalini multicolor: è una questione di dignità estetica)

Guardiamoci in faccia e diciamoci la verità: questo è stato l'anno più lungo della storia, è stato difficile a tutti i livelli, estenuante negli ambiti più disparati delle nostre vite.
Non mi hanno rinnovato il contratto. Abbiamo un governo di larghe intese. Ci siamo lasciati, mi devo trovare un'altra casa. Sono ingrassata, non mi entra più niente. Vado via dall'Italia, mi trasferisco in (aggiungere un luogo a caso, io ho un amico che ci si è trasferito). Non riesco più a montare le uova. Lo stress mi ha fatto perdere tutti i capelli. Ho delle orecchie enormi che nemmeno Berlusconi. Strano che non fanno un reality sui disoccupati, non ci vuole nemmeno troppa fantasia, lo devono solo chiamare MASTER.
Oltretutto non abbiamo nemmeno i Maya, quest'anno, l'apocalisse, il 21/12/2012, che uno, pure se non ci credeva, gli dava comunque una possibilità alla fine del mondo così come l'abbiamo conosciuto.
Ho visto gente alla ricerca disperata di altre date palindrome, di combinazioni progressive, di «Sono sicura, Iris, questo mese ha avuto sei lunedì, mo qualcosa dovrà pur succedere», perché questo mondo, così come l'abbiamo conosciuto, fa rate, come dice sempre la mia amica Pallax. 
(Che rate, in romano, vuol dire che schifo, che presa a male, è un senso di disgusto che ha una profonda matrice economica, equitalica quasi, quindi non esiste termine migliore per dire quello che volevo dire)

«Urge che io faccia delle precisazioni», mi dice lui mentre scrivo, tirandosi su gli occhiali, e io non ho bisogno nemmeno di concentrarmi per riconoscerlo perché lui è il mio compagno di banco del liceo, quello che ha sempre precisato tutto, ha sempre avuto informazioni più dettagliate delle mie e quando ho detto che avrei fatto Ingegneria Meccanica all'università mi ha chiesto di dare la definizione di cavallo applicata ai motori e non la sapevo e allora mi sono messa a disegnare macchine per dimostrargli che la mia scelta aveva un senso e lui tirandosi su gli occhiali mi ha detto: «Scrivi 313 sulla targa perché questa al massimo è l'automobile di Topolino, visto che ignora qualsiasi criterio di aerodinamica, ergonomia e vari precetti base dell'automotive design»

«Le mie precisazioni sono le seguenti: il 2013 non è stato un anno più lungo degli altri (ti faccio notare che non era nemmeno bisestile); la data 21/12/2012 non è una data palindroma; nessuno può avere orecchie delle dimensioni di quelle di Berlusconi; i calzini di tua nonna sono troppo morbidi per essere veramente di destra e soprattutto la salamoia non è una soluzione acida in cui dissolvere le cose»
«Ah ah! Beccato! Questo non è vero! Non te lo ricordi Chi ha incastrato Roger Rabbit
«Al massimo nella salamoia ci puoi cancellare le macchine che disegnavi quando facevi finta di voler fare l'ingegnere. Hai mai visto un'oliva o un carciofino dileguarsi in un barattolo di salamoia?»
«Hai sempre ragione tu: che rate!»

Non mi voglio solo lamentare perché lo so che potrebbe andare peggio: per esempio, potrei davvero disegnare io le auto su cui viaggiamo oppure i miei genitori potrebbero avere Facebook, commentarmi le foto, obbligarmi a guardare il loro 2013 in breve; potrebbero interrompere la produzione di Estathè o vietarne la fruizione (il proibizionismo è sempre dietro l'angolo) oppure potrei cedere a indossare i calzettoni di lana fatti da mia nonna. Potrebbero succedere cose peggiori, è vero: ma questo non cambia il fatto che il 2013 è stato un anno di merda, per tutti quelli che conosco.

Però, siccome il pessimismo cosmico dentro di me ha attecchito un po' male, non riesco a non essere positiva, nonostante tutto.
E allora questo post, più di tutti, lo dedico a un amico, un bevitore di Estathè che è un cantante e un musicista, uno che tutte le volte che lo vedo cerca di convincermi delle qualità afrodisiache dell'Estathè, di come una volta mentre accompagnava Oris a casa stava per chiederle «Mi fai salire?» perché al solo pensiero che a casa nostra avrebbe trovato dell'Estathè, già si sentiva più frizzante.
Lo dedico a lui perché ieri ha avuto una bella notizia, anche se è ancora il 2013; una di quelle cose che, quando te le dicono, quando sai tutto quello che c'è dietro, sei felice da impazzire, quasi da scrivere un messaggio a Zuckerberg per dirgli: «Dai, ti accontento! Fammi riguardare in breve queste ultime due mezz'ore!».

«Non capisco perché tu dica queste ultime due mezze ore invece di dire questa ultima ora»
«Perché due fa più volume di uno»
«E' una stupidaggine priva di senso»
«Lo so, ma forse non mi importa. Se non mi importa, vuol dire che almeno questa volta ho ragione io?»
«A questo punto, vale tutto»
«E allora diciamolo: oggi è 14/12/2013.
14+12+20+13=59
5+9=14»
«E quindi?»
«E quindi tra poco è il 2014 e tutto andrà meglio»
«Lo sai che il 2014 per i cinesi sarà sotto il segno del cavallo

Ok, manteniamo la calma: non posso promettervi niente.