Se avessi potuto
scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
“Ehi
tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi
una voce fuoricampo”
Nel
proprio immaginario privato, ognuno di noi sogna l'esistenza di cose
non terrene: calorose grucce che stirano i vestiti, camere e mobili
autopulenti, polli ruspanti che entrano nel forno di propria
iniziativa, uomini eterosessuali che riconoscono che ti sei tagliata
i capelli, parole che vengono fuori al momento opportuno e che
riescono a cogliere le intricate sfumature dei nostri
sentimenti.
Nel
proprio immaginario privato, ognuno di noi vorrebbe non essere
costretto a pensare cinquanta o grigio quando sente la
parola sfumature, eppure troppo spesso la realtà ha poco a
che fare con la fantasia.
Quindi,
bisogna stirare, pulire, mangiare gli animali contro la loro volontà,
non rasarsi la testa quando si è alla ricerca di attenzioni e dire
Forza Italia con cognizione di causa, visto che alcune parole
vengono rapite e segregate dalle locuzioni cattive.
La
parola sfumare, a me, è sempre piaciuta.
L'Estathé
è tutto una sfumatura di giallo, per esempio.
E
poi, nel mio immaginario, dire che volevo che Oris sfumasse
equivaleva a dire che volevo che smettesse di fumare.
“Sfuma,
Oris!”, le ho sempre detto, facendo ambiguamente sibilare la s
privativa.
“Nell'immaginario
privato di Oris, le cose migliori da fare erano quelle proibite...”
“Oris,
non puoi fare la voce narrante di te stessa, non è questo il luogo.”
“Non
è questo il luogo, le dicevano sempre. Qui non puoi farlo,
aggiungevano indomiti...”
“E'
inutile che dici indomiti per convincermi a farti restare.”
“La
disdetta di avere una sorella che si chiama Iris non si ferma al
fatto di sembrare un terribile duo comico degli anni sessanta;
purtroppo, comporta lo svantaggio di essere dipinti come un
personaggio assurdo che non sarebbe riuscito nemmeno a fare il comico
negli anni sessanta...”
“Sembra
che stai dicendo che era facile far ridere negli anni sessanta.”
“Vengo
sempre fraintesa io, probabilmente perché su questo blog mi fai
sembrare un'imbecille.”
“Il
blog è mio e faccio quello che voglio. E poi fammi almeno un esempio
di bugia che ho detto su di te...”
“...”
“Ecco,
appunto. Comportati bene e ricordati che qui non puoi fumare.”
“Da
un po' di tempo, Oris aveva smesso di fumare. Ma invece di fare come
la sua sorella un po' cretina Iris le aveva consigliato -pensate
che le diceva di sfumare, tsk-, lei aveva iniziato a
svapare”
Svapare.
Meraviglia delle meraviglie. Neologismo. Realtà. Che. Supera. La.
Fantasia.
Si
chiamano e-sigarette e sono sigarette elettroniche che permettono di
inalare vapore di una soluzione di glicole propilenico, glicerolo,
aromi naturali e nicotina. Ma quest'ultima puoi anche diminuirla con
l'andare avanti del tempo.
Ovviamente,
non è stato il fatto che l'assenza di combustione le avrebbe evitato
i rischi cancerogeni a convincere mia sorella a passare al lato
vaporoso della forza, è stato il fatto che poteva avere una
sigaretta rosa.
Trasformare
un vizio in un accessorio, però, è stata solo la prima delle cose che
hanno reso Oris una svapatrice felice. Subito dopo aver impugnato la sua sigaretta, sotto consiglio del suo immaginario, è andata a svapare nei luoghi in cui è proibito fumare
perché Oris è una facinorosa, è come un chihuahua in tutù che ama
abbiare agli alani.
La
mia camera da letto è stato il suo primo obiettivo bellico, poi ha
svapato nel suo ufficio, in metropolitana, nel salotto dei nostri
genitori, in un locale pubblico, ad un concerto al chiuso e al
ristorante. Le manca il cinema, solo perché sono riuscita a
convincerla che lì anche il vapore potrebbe dar fastidio.
Sono
sicura, però, che quando ci andrà senza di me, lo farà anche al
cinema.
Insieme
a Pezzetta, magari. Neo-svapatore di una Ego Phantom Bianca.
Sì,
un modello della sigaretta elettronica si chiama Ego. Questo fenomeno
svapatorio è il trionfo della linguistica, sarà per questo che lo
adoro.
L'unico
vero problema è che quando si riunisce il circolo di svapatori nella
mia cucina (con l'aggiunta di UkuLele e Manganese arriviamo a quattro),
la stanza inizia a sembrare una fumeria d'oppio e, anche se profuma
di zucchero filato come una fiera di paese, io mi indispettisco perché mi sento esclusa.
Come
al liceo, quando tutti fumavano ed io no.
“Iris,
ci andiamo a fumare una sigaretta insieme a ricreazione?”
“Ehm,
ehm, sì...”, rispondevo; ma poi mi portavo dietro la cannuccia del
mio brick che non durava nemmeno un minuto se le davo fuoco.
Questo
post, dunque, ha due intenti: il primo è di convincere tutti i
fumatori a sfumare, iniziando a svapare, e il secondo è di fare un appello diretto ai produttori
di Estathè.
Vi
prego, fate una e-sigaretta con cinquanta sfumature di giallo nella
quale sia possibile mettere Estathè. Dopo il brick, la bottiglia da
un litro e mezzo, la bottiglietta piccola e il fastidioso bicchiere
con gli stecchetti e la nutella che vendono negli autogrill (e che
non è mai in frigo e quindi, diciamocelo, è il vostro peggior
prodotto -io lo consumo solo nei casi di astinenza molto grave-), la
Esta-sigaretta è il futuro.
Potrei
finalmente entrare nel circolo degli svapatori.
“Oris
chiederebbe a sua sorella 'Iris, ci facciamo una svapata?'. Iris le
risponderebbe di sì e, finalmente rilassata, la lascerebbe parlare
nel suo blog in terza persona.”
“Sfuma,
Oris. Adesso, sfuma.”