Memorie di una bevitrice di Estahè

Memorie di una bevitrice di Estahè

giovedì 3 aprile 2014

Conthèggi

Se avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
Ehi tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi una voce fuoricampo”

Una settimana fa, finalmente, è arrivato il corriere: dopo quasi otto mesi dalla consegna della raccolta punti, un intermezzo con un finto recapito e una mia lettera piena d'indignazione alla Ferrero (lettera della quale sono molto orgogliosa, visto che conteneva la parola «vettore»), è arrivato il nostro tostafette, quello che disegna le N di Nutella sul pane. Io non ero a casa quando è stato consegnato, quindi Oris e Pezzetta hanno pensato bene di provarlo e di mandarmi una foto del loro bel lavoro: ovviamente, non avevano letto le istruzioni e a me è arrivato lo scatto di una fetta con un'ustione di quarto grado intorno a una N minuscola, spalmata di una patina semitrasparente che ho immaginato essere Foille.

«Facciamo un breve conteggio», ha detto la voce del doppiatore di Russell Crowe, direttamente dalla N (che ho capito essere lì per interpretare John Nash).
«Vogliamo calcolare quanti minuti ci metterà Oris a far svampare il tostafette?»
«Non esattamente. Seguimi. I punti necessari per vincere il tuo premio erano 140; una trentina li avete ottenuti da insulse merendine e gli altri 110 dall'Estathè; calcolando che ogni bottiglia di Estathè valeva mezzo punto, ne otteniamo che, nei (circa) 10 mesi di raccolta, hai bevuto [110x2x1,5litri] 330 litri di Estathè. Ti pare normale?»
«Gradirei tu non spargessi la voce in giro, John»
«Tranquilla, soffro di una forma di schizofrenia, non mi crederebbe nessuno. A proposito di schizofrenia: per questa storia della voce fuoricampo, fatteli due conti...»
«Dici che sono A beautiful mind
«No, direi proprio di no»

La sicurezza con cui il doppiatore di Russell Crowe mi ha sbattuto in faccia che non sono un genio matematico mi ha molto indispettito. Ma, alla fine: come ti permetti, sottotitolo vivente?

Per rifarmi, ho pensato di dare il mio meglio durante una passeggiata con Oris.
«Iris, potresti camminare più lentamente?»
«La questione non è camminare più lentamente»
«Ah, no? E qual è la questione? Che ti piace farmi arrivare nei posti con il fiatone, manco avessi fatto la maratona di New York e poi fossi tornata a Roma a nuoto?»
«No, la questione è la tua prepotenza. Facciamo un breve conteggio. Il vantaggio che ti sei presa nascendo ventitré mesi prima di me, ha fatto sì che io mi sia dovuta impegnare per aumentare il mio coefficiente angolare di crescita, in modo da intersecare la retta che rappresentava la proporzionalità lineare del tuo sviluppo e raggiungerti. Ma tu, furbescamente, hai bloccato la tua altezza e, dopo tutta la fatica, mi sono ritrovata a essere più alta, con un'ampiezza di passo maggiore, quindi, quando camminiamo, oltre a sentire il ticchettio delle tue scarpe fuori tempo, ti devo sempre aspettare, mi devo adeguare, devo rallentare. Non è giusto: sei prepotente»
«Iris, di' la verità: hai di nuovo sognato che Sofja Kovalevskaja e Alan Turing non ti facevano giocare con loro?»
«Ecco un'altra questione: la tua insolenza. Tu sottovaluti sempre le mie esternazioni. Quando dobbiamo uscire, mi dici che sei quasi pronta e io mi incappotto e invece non hai ancora iniziato a pettinarti quella capigliatura da Barbie Raperonzolo che hai e, intanto che rifinisci il trucco, il surriscaldamento globale mi fa sudare e butta me e il mio cappotto fuori da ogni stagione. Quando ti dico che mi devo alzare in piedi almeno una fermata prima di ogni mezzo di locomozione per essere tranquilla, tu mi distrai e mi fai alzare quando le porte si sono già aperte: poi succede, come è successo, che rimani incastrata con il borsone nelle porte del treno che sta per per ripartire e io ti devo tirare fuori con uno strattone e un calcio rotante per non farti portare via dal treno agganciata a una borsa...»
«Oddio, sì. Io non ho fatto altro che ridere, tu hai avuto un attacco d'ansia epico dopo che tutto era stato risolto!»
«Non voglio nemmeno immaginare cosa scoprirei se facessi un conto finale, un bilancio di tutti i minuti, le ore, i giorni che ti ho aspettato, le bottiglie che ti ho aperto, i passi che ho rallentato, le valigie che ti ho portato, le lavatrici che ho fatto, le grucce che ho appeso, i capelli che ho raccolto, le risse che ti ho evitato...»
«... e le cose che mi hai rinfacciato»
«Queste sono definizioni, assiomi, dimostrazioni: è matematica. E' Russell Crowe che interpreta Massimo Decimo Meridio, Oris! Numeri, al mio segnale, scatenate l'inferno!»

La teoria dei giochi cerca di risolvere le situazioni di conflitto tramite modelli. L'equilibrio di Nash è una combinazione di strategie tale che ogni giocatore sceglie in base alla massimizzazione del proprio profitto che, per essere sicura, deve accadere indipendentemente dalle scelte degli altri.
La strategia di bere 330 litri di Estathè ha consentito che noi avessimo in regalo il tostafette.
La massimizzazione del profitto, però, ha anche implicato che Oris e Pezzetta, giornalmente, abbiano dovuto combattere con la mia iperattività e le mie overdose di zuccheri.
Il fatto che Oris e Pezzetta brucino le fette tostate, mi prendano in giro, approfittino dell'inesauribilità della mia energia cinetica e rallentino la mia vita con i loro tempi biblici comporta che, in un qualche modo, ogni giorno, quasi sempre, vinciamo tutti.

Certo, Oris vince più degli altri, ma quella è un'altra storia, un problema che nessun premio Nobel potrà mai risolvere.

«Alan, John, Sofja e anche tu, doppiatore di Russell Crowe, vi prego, ogni tanto, fatela giocare con voi!»  

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