Memorie di una bevitrice di Estahè

Memorie di una bevitrice di Estahè

venerdì 1 giugno 2012

Metti una sera a cena da thè

Se avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
Ehi tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi una voce fuoricampo”


La primavera è un momento di passaggio, ormonalmente parlando. Vivo e ho vissuto con un cospicuo numero di uomini, quasi fratelli, che mi ha permesso di sapere che, quando i cappotti, le sciarpe e i cappelli iniziano a volare via e lembi di polpacci, punte di piedi e spigoli di gomiti iniziano ad assaggiare l'aria calda della bella stagione, ogni uomo vive il risveglio della propria mascolinità.
Le donne, invece, preferirebbero non vedere unghie tagliate male, peli ascellari umidi e gocce di sudore che incorniciano le facce lesse dell'altro sesso: quindi la bella stagione incanala Marte e Venere in due galassie molto lontane.
Sono questi i momenti in cui Oris ed il suo gruppo di amiche singles (tutte meno una perché in qualsiasi buon gruppo di ascolto ci deve essere un punto di vista opposto per riequilibrare) accolgono nelle loro serate “Pollaio” anche gallinacce non tesserate, come me.

Mi chiamo Iris e sono circa diciannove minuti che non bevo estathè...”
Ciao, Iris. Ti vorremmo dire che qui non siamo in un gruppo di recupero per drogati di teina e oltretutto sei poco credibile, visto che spunta una boccia di estathè dalla tua borsa”
Scusate!”
No, non ti scusare. Piuttosto magna bella e ascolta donne più sagge di te”
Non posso riportare quanto udito in quelle stanze, un po' per rispetto del gruppo, un po' perché l'alcool era direttamente proporzionale al cibo, ma posso dirvi una cosa: le donne non parlano di uomini durante la bella stagione e, se ne parlano, il tono non è quello del desiderio. Sarà colpa delle ascelle pezzate, dell'infradito che non dona mai o dell'aria poco intelligente che l'ormone vorticoso dona all'interlocutore maschio, ma Carrie Bradshaw, nella realtà delle strade romane, non sussiste.

Quello che posso dire è che, in quella stanza, c'era un intruso.
Un intruso maschio, peloso e un po' sovrappeso, che, devo dirlo, non dava molto fastidio.
Ha miagolato solo una volta, ma la sua voce non ha mai smesso di narrare quella serata.
Iris, io ero il gatto di Bukowski, qua praticamente mi pare di stare in collegio...”
Ma, micio, tu parli?”
Non mi chiamo Michu, mi chiamo Pichu, come quello dei Pokémon”
Ma quello era un topino...”
Stai a scherzà? Pichu è un tipo elettrico che si evolve in Pikachu quando è felice. Come si suol dire: 'mica cazzi'?”
Pichu, sarai pure stato il gatto di Bukowski, ma sembri un bambino di dieci anni. Cosa direbbe il tuo precedente padrone se ti sentisse parlare così?”
Mi farebbe strafogare di cibo. Questa qua m'ha messo a dieta...”
E meno male che t'ha messo a dieta, sennò...”
Aò, Iris, ma alla fine chi ti conosce? Torna nel tuo che io torno nel mio. Non te lo voglio manco dire cosa avrebbe detto di te il buon Charles...”
Per tutto il resto della serata, Pichu è stato allungato per terra, in quella che la sua padrona chiama la “posa da magro”, mentre io imparavo un sacco di cose così grande che ho dovuto lasciare la bottiglia di estathè per potermelo riportare a casa.
Pichu non ha dato fastidio, ma credo che abbia sudato davvero tanto per resistere alla tentazione di salire sul tavolo e strafogarsi con quanto vi era presente.
Insomma, si è trattenuto.
Il perché l'ho capito quando mi è stato detto che Pichu è castrato: quindi si posiziona esattamente a metà nello spazio che divide quei due pianeti opposti dalla bella stagione.
Questo è il motivo per cui, quando ho tirato fuori la bottiglia di estathè, ne abbiamo dato anche un po' a lui.
Non so cosa ne avrebbe detto Bukowski e forse nemmeno mi interessa.
Quello che so è che maggio è finito, che il caldo rende l'estathè freddo ancora migliore del solito e un gatto è stato la mia voce fuori campo per una sera grandemente illuminante.
Le amiche di Oris mi hanno reso parte del pollaio, anche se di solito pigolo in un'altra aia.

Così dovrebbe essere quando trema il tuo mondo.
Dovrebbe essere che arriva qualcuno e che ti invita a cena.
Maggio distrugge sempre tutto.
Lo stronzo c'ha pure 31 giorni, ma prima o poi finisce.

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