Se
avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
“Ehi
tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi
una voce fuoricampo”
Ho
sempre pensato di possedere poche cose: non ho una casa, non ho una
macchina, non ho un divano, non ho un aspirapolvere. O meglio, ho
tutte queste cose, ma non sono mie.
Sono
miei i libri e sono miei i vestiti, ma i libri non sono mai troppi
(anche se, quando li sposti, maledici tutti quelli che non sono
abbastanza meravigliosi da meritarsi il tuo mal di schiena) e i
vestiti, beh: se vivi con Oris oppure Oris è tua sorella, le sue
quarantasei paia di scarpe e le sue strabordanti ante dell'armadio
nuovo, ti fanno sentire davvero poco abbiente, mentre le urli dietro:
“Hai due ante in più, come diavolo è possibile che non c'entri
nemmeno così?”.
Ho
sbraitato contro di lei subito prima di dare una testata
(in)volontaria al povero e scarno ripiano con i miei vestiti (“legge
del contrappasso” secondo Oris, “solita sfiga” secondo me) e,
subito dopo, mi sono ricordata dello zaino di George Clooney in “Up
in the air”, il bagaglio leggero che lui consiglia di avere nella
vita.
Bisogna
portarsi dietro meno cose possibile.
Allora
ho preso uno zaino, l'ho riempito di estathè e sono andata a
pattinare per le vie di Roma. Avevo già il fiatone quando mi si è
affiancato un
furgone GMC Vandura serie G e qualcuno mi ha tirato sopra.
Era
Murdock, dell'A-Team.
“Cos'hai
dentro quello zaino?”
“Una
sorella, due genitori, un cane e due nonni. Quattro coinquilini, una
dirimpettaia e un numero non ben precisato di amici. Poi ho un
cacciavite e un finto volume della divina commedia in cui nascondo le
cose. E infine mi porto dietro delle foto, un ginocchio sbucciato e
tutto l'estathè che posso...”
“Un
ginocchio sbucciato? Ma è vergognoso!”
“Lo
so, Capitano Murdock. Lo so.”
“E'
vergognoso che tu abbia sbucciato solo un ginocchio. E l'altro? Non
soffre, al chiuso dell'epidermide?”
“Spero
di no...”
“Deve
essere stato questo zaino a sbilanciarti. Se non lo avessi avuto,
saresti caduta per bene e adesso avresti due belle ferite
simmetriche.”
“La
pensi come Clooney? Sono troppo pesante?”
“Clooney
ti ha detto che sei pesante?”
“Non
direttamente.”
“Beh,
Mr T dice che io sono scemo. Non devi far caso a queste cose...”
“Ci
proverò.”
“Mi
sono perso la mia squadra: Hannibal, Sberla, Barracus, tutti...”
“E
non ti senti leggero?”
“No,
mi sento tremendamente solo, tanto da raccattare una ragazzetta in
pattini per strada per vedere se ha la mia squadra nel suo zainetto.
Forse Mr T ha ragione a dire che sono scemo...”
“Ti
piace l'estathè?”
Alla
fine, io e Murdock siamo diventati amici ed abbiamo recuperato
l'intero A-Team con un “piano ben riuscito”. Io ho infilato tutti
loro nello zainetto e ho ricominciato a pattinare.
Sono
caduta varie volte, sempre sullo stesso ginocchio, forse ha ragione
Murdock a dire che c'è qualcosa che mi squilibra, ma non butterò lo
zainetto per cavarmela meglio: io mi appesantirò ancora di più,
voglio diventare obesa, oberata di cose, ripiena di persone.
Voglio
che non mi bastino due ante dell'armadio.
Voglio
riempire di roba persino i vuoti di estathè.
Voglio
pesare tantissimo.
Le
persone tendono a dimenticarlo ma, in fisica, il peso è una forza e
la pesantezza è l'unica maniera che abbiamo di volare leggeri.
E'
per questo che Oris ha quarantasei paia di scarpe.
O
almeno lo spero.
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