Memorie di una bevitrice di Estahè

Memorie di una bevitrice di Estahè

giovedì 4 aprile 2013

De impossibilitathè

Se avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
Ehi tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi una voce fuoricampo”

Il mio medico roscio fricchettone è partito per la Cina, poi andrà in India e infine si trasferirà a Tubinga, in Germania. La mia migliore amica sono già tre mesi che si è accasata a Bruxelles, dopo che abbiamo condiviso un pianerottolo per tanti anni. Il disegnatore di donnine più ostinato che conosco in settimana mi ha detto che ha comprato un biglietto per Parigi.
Solo andata, ha aggiunto.
E' quantomeno scortese che vi trasferiate tutti, lasciandomi quasi sola, qui a Roma, e optando per paesi in cui sono molto scarse le possibilità che io mi imbatta in una bottiglia di Estathè, se vi vengo a trovare.
Ma non stavamo meglio quando stavamo peggio?

Dato il suo odio per i cambiamenti, Iris Versicolor è nata con quindici giorni di ritardo, a nove mesi e mezzo, occupando il ventre materno al grido di: 'Elefante, io ti batterò!'.
A Iris non piace perdere il controllo geografico sulle persone che ama, trovare il copridivano sgualcito quando apre la finestra del salotto di mattina presto e attenersi a una dieta, sia geografica che salutare, che non prevede l'Estathè nei suoi dettami.
A Iris piace trovare ispirazione guardando la tavola periodica degli elementi invece dell'atlante, obbligare Oris a piegare i vestiti per dare un po' più di ordine al mondo e aprire l'armadio di Pezzetta, ogni tanto, per sentirsi parte della perfetta catalogazione dei suoi calzini”
Lo so che ho chiesto io la voce fuori campo, ma ho un amico gialloblu che sostiene che Amélie Poulain e il suo favoloso mondo abbiano rovinato un'intera generazione: ha composto, in merito, anche un coro dell'Hellas Verona. Quindi, preferirei finirla qui.”
A Iris non piace il Café des 2 Moulins?”
No no, non è questo. Ma, tra il possibile e l'impossibile, preferirei frequentare il Paiolo Magico della Londra babbana. Peccato che nemmeno uno dei miei amici abbia in programma di trasferirsi a Londra...
Iris pensa di avere bisogno di un Ministro della Magia, nonostante abbia già ben due amici maschi che somigliano a Hermione Granger ed è convinta di poter invocare l'Expecto patronum per farsi servire un boccale di Estathè, al Paiolo Magico”
Non credo che sia del tutto impossibile.”

Se ripenso a un anno fa, a dov'ero, a cosa facevo, alle persone che avevo intorno e alla mia libertà di bere quantitativi a scelta di teina (adesso mi attesto su un massimo di tre bicchieri al giorno), non avrei mai creduto possibile che il tempo avrebbe mietuto tutte queste vittime, cambiato così tanto le carte in tavola, scelto un nuovo quartiere per la mia vita e esiliato gran parte delle persone a cui voglio bene.
Quando ho conosciuto Emma Bovary, all'università, e siamo diventati amici perché studiava ingegneria ma leggeva Flaubert, non me l' ha detto che voleva trasferirsi o, se me l'ha detto, io ho pensato che fosse il solito lamento di un amico dedito al bovarismo ma statico (sì, Emma è un uomo e no, non è lui che somiglia a Hermione Granger); e invece adesso anche lui probabilmente se ne andrà.
Dalla mia, ho imparato ad accettare che bisogna fare i conti, tutti i giorni, con l'impossibilità e con le scelte, per dirsi che no, non è che stavamo meglio quando stavamo peggio, forse stavamo meglio quando credevamo impossibile che non saremmo più stati così vicini.
Ma ho anche imparato che la vicinanza è un concetto astratto, che possiamo gestirci nello spazio e nel tempo a seconda di cosa ci è necessario e quindi ho combattuto ancora contro il mio elefante, contro la sua stazza, la sua gestazione, il suo naso a proboscide addirittura più lungo del mio e la sua proverbiale memoria.
Ho domato il pachiderma, lo spazio, il tempo e i ricordi, e, in qualche modo, sono pronta a partire: ci vedrete arrivare baldanzosi in tutte le vostre città, cercheremo di non calpestare il Café des 2 Moulins o il Parlamento Europeo, vi caricheremo a bordo, offrendo bicchieri di Estathè in barba al proibizionismo, e ci sentiremo sempre vicini, come l'Alluminio e il Silicio sulla tavola periodica, pure se io sto a Roma e voi chissà dove.

Il bello del futuro e delle cose impossibili è che possono capitare davvero e quindi vale la pena immaginare qualsiasi cosa perché potrebbe essere tanto impossibile da succedere. 
Per questo io e Lord Voldemort siamo su quell'elefante.
Se nessuno parlerà di cristallerie, fragilità o cose che si possono rompere, ve lo prometto: andrà tutto bene.

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