Se
avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
“Ehi
tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi
una voce fuoricampo”
Il
mio medico roscio fricchettone è partito per la Cina, poi andrà in
India e infine si trasferirà a Tubinga, in Germania. La mia migliore
amica sono già tre mesi che si è accasata a Bruxelles, dopo che
abbiamo condiviso un pianerottolo per tanti anni. Il disegnatore di donnine
più ostinato che conosco in settimana mi ha detto che ha comprato un biglietto per Parigi.
Solo andata, ha
aggiunto.
E' quantomeno scortese
che vi trasferiate tutti, lasciandomi quasi sola, qui a Roma, e
optando per paesi in cui sono molto scarse le possibilità che io mi
imbatta in una bottiglia di Estathè, se vi vengo a trovare.
Ma non stavamo meglio
quando stavamo peggio?
“Dato il suo odio
per i cambiamenti, Iris Versicolor è nata con quindici giorni di
ritardo, a nove mesi e mezzo, occupando il ventre materno al grido
di: 'Elefante, io ti batterò!'.
A Iris non piace
perdere il controllo geografico sulle persone che ama, trovare il
copridivano sgualcito quando apre la finestra del salotto di mattina
presto e attenersi a una dieta, sia geografica che salutare, che non
prevede l'Estathè nei suoi dettami.
A Iris piace
trovare ispirazione guardando la tavola periodica degli elementi
invece dell'atlante, obbligare Oris a piegare i vestiti per dare un
po' più di ordine al mondo e aprire l'armadio di Pezzetta, ogni
tanto, per sentirsi parte della perfetta catalogazione dei suoi
calzini”
“Lo so che ho chiesto
io la voce fuori campo, ma ho un amico gialloblu che sostiene che
Amélie Poulain e il suo favoloso mondo abbiano rovinato un'intera
generazione: ha composto, in merito, anche un coro dell'Hellas
Verona. Quindi, preferirei finirla qui.”
“A
Iris non piace il Café
des 2 Moulins?”
“No
no, non è questo. Ma, tra il possibile e l'impossibile, preferirei
frequentare il Paiolo
Magico
della Londra babbana. Peccato che nemmeno uno dei miei amici abbia in
programma di trasferirsi a Londra...”
“Iris
pensa di avere bisogno di un Ministro della Magia, nonostante abbia
già ben due amici maschi che somigliano a Hermione Granger ed è
convinta di poter invocare l'Expecto
patronum
per farsi servire un boccale di Estathè, al Paiolo
Magico”
“Non
credo che sia del tutto impossibile.”
Se
ripenso a un anno fa, a dov'ero, a cosa facevo, alle persone che
avevo intorno e alla mia libertà di bere quantitativi a scelta di
teina (adesso mi attesto su un massimo di tre bicchieri al giorno),
non avrei mai creduto possibile che il tempo avrebbe mietuto tutte
queste vittime, cambiato così tanto le carte in tavola, scelto un
nuovo quartiere per la mia vita e esiliato gran parte delle persone a
cui voglio bene.
Quando
ho conosciuto Emma Bovary, all'università, e siamo diventati amici
perché studiava ingegneria ma leggeva Flaubert, non me l' ha detto
che voleva trasferirsi o, se me l'ha detto, io ho pensato che fosse
il solito lamento di un amico dedito al bovarismo ma statico (sì,
Emma è un uomo e no, non è lui che somiglia a Hermione Granger); e
invece adesso anche lui probabilmente se ne andrà.
Dalla
mia, ho imparato ad accettare che bisogna fare i conti, tutti i
giorni, con l'impossibilità e con le scelte, per dirsi che no, non è
che stavamo meglio quando stavamo peggio, forse stavamo meglio quando
credevamo impossibile che non saremmo più stati così vicini.
Ma
ho anche imparato che la vicinanza è un concetto astratto, che
possiamo gestirci nello spazio e nel tempo a seconda di cosa ci è
necessario e quindi ho combattuto ancora contro il mio elefante,
contro la sua stazza, la sua gestazione, il suo naso a proboscide
addirittura più lungo del mio e la sua proverbiale memoria.
Ho
domato il pachiderma, lo spazio, il tempo e i ricordi, e, in qualche
modo, sono pronta a partire: ci vedrete arrivare baldanzosi in tutte
le vostre città, cercheremo di non calpestare il Café
des 2 Moulins
o il Parlamento Europeo, vi caricheremo a bordo, offrendo bicchieri
di Estathè in barba al proibizionismo, e ci sentiremo sempre vicini,
come l'Alluminio e il Silicio sulla tavola periodica, pure se io sto
a Roma e voi chissà dove.
Il
bello del futuro e delle cose impossibili è che possono capitare
davvero e quindi vale la pena immaginare qualsiasi cosa perché
potrebbe essere tanto impossibile da succedere.
Per questo io e Lord
Voldemort siamo su quell'elefante.
Se
nessuno parlerà di cristallerie, fragilità o cose che si possono rompere,
ve lo prometto: andrà tutto bene.
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