Se
avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
“Ehi
tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi
una voce fuoricampo”
A
un certo punto, in un giorno qualsiasi, senza che nessuno abbia fatto
niente di male, si rompe lo scarico del bagno. Succede nelle migliori
famiglie; figuriamoci nella nostra.
Pezzetta,
in queste occasioni, si veste da maschio alfa e inizia a galleggiare.
«Galleggiare: v.
intr. – Stare a galla, mantenersi, o avere la capacità di mantenersi,
alla superficie di un liquido, di una massa d'acqua»,
ha urlato con sdegno il vocabolario, dal secondo scaffale della
libreria.
«Stai
calmo, eh! Usavo galleggiare in un altro senso, intendevo che
inizia a fare il galletto del pollaio: secondo me, ci sta. Dai, non
fare il conservatore! Per piacere, guardalo. Guarda come
galleggia...»
Da
quando, oltre alla barba, Pezzetta si è fatto crescere anche i
capelli, sembra Francesco Guccini negli anni settanta e finisce che,
quando si veste da maschio alfa, più che altro somiglia a un
Alfa-Alfa con la barba: una simpatica canaglia di un metro e ottanta,
uno steccolecco con la brillantina.
«Ci
penso io ad aggiustare lo scarico», ci ha detto.
«Pensare:
v. intr. - Sinonimo di ragionare, riflettere, considerare, meditare,
rimuginare. Contrario di fare, agire», ha sussurrato il
vocabolario, con la voce sconsolata di chi sa che Pezzetta è un
gallo ponderatore: per lui procrastinare è sinonimo di fare le cose
come devono essere fatte.
«Sei
sicuro che ci pensi tu?», gli ha chiesto Oris, mentre lui iniziava
l'osservazione esterna dello sciacquone e si leccava un dito per
capire da che parte tirava il vento.
Lui
ha gonfiato il petto alla maniera di Gaetano, il gallo partenopeo
della mia amica SS che, istintivo come un combattente celtico sotto
la guida di Vercingetorige, ha sottomesso tutte le galline, il
cortile, la famiglia, la casa e i fidanzati di SS, pure quelli alti e
imponenti come brachiosauri.
Ovviamente, io ho proposto di buttare un po' di Estathè nella vaschetta di
ceramica: poteva essere utile per sgorgare i tubi o per far
ringalluzzire la batteria di scarico; ma Pezzetta, a quel punto,
aveva già pinze, giraviti e una chiave a pappagallo sull'ultimo
gradino della sua scala pieghevole e stava facendo roteare in aria il
galleggiante, le ghiere, le guarnizioni e la batteria.
«Sto
riflettendo sul da farsi», ci ha detto, senza smettere di lanciare
oggetti in aria.
«Se
ti metti il tubo del galleggiante in bilico sul naso, ti lasciamo
un'offerta nel bidet», abbiamo risposto in coro io, Oris e il
vocabolario.
«Bidè: s.
m. - dal fr. bidet,
propr. 'piccolo cavallo'...»
«Comunque,
Iris, ti vorrei far notare che questo vocabolario sta simpatico solo
a te», mi ha screziato Oris.
«Iris,
diglielo, forza: è arrivato il momento!», ha detto il vocabolario
per rispondere allo screzio; ma io non ce l'ho fatta.
Dopo
sette ore, tre conversazioni con l'omino del ferramenta e svariati
scarichi non soddisfacenti, Pezzetta era talmente fuori di sé che ha
iniziato a litigare con Oris per come la poverina aveva passato
l'anticalcare nella vasca e, nella foga, continuava a chiamarlo:
antecalcare.
Io
ho trovato questo nome così geniale che ho cercato di aggiungerlo a
penna sul vocabolario, ma quest'ultimo mi ha chiuso le pagine in
faccia, minacciando di fare la spia e confessare al mio posto quello
che stavo continuando a tacere.
«Se
fossimo in un ufficio marketing, antecalcare
sarebbe il naming dell'anno. Ante
calcareum natum...»
«Forse
galleggiare
può anche voler dire essere sospesi nella menzogna, come te adesso.
Aggiungiamo questo secondo significato sulla mia definizione!», ha
detto il vocabolario.
«Oris,
sai che forse 'sto vocabolario non sta più tanto simpatico nemmeno a
me?»
Era
già notte quando Pezzetta è arrivato in cucina sudato e sconvolto e
ci ha comunicato che, nonostante avesse aggiustato il galleggiante,
lo scarico non funzionava e che, per non deprimersi, aveva dovuto ripassare l'anticalcare
nella vasca per due volte.
Da
Gaetano a brachiosauro; da brachiosauro a brecciolino dell'aia dei polli di SS: una
débâcle.
«Àia:
s. f. - ...»
«Oh,
ahia!», ha detto Pezzetta, quando Oris gli ha picchiato il
vocabolario sulla testa: «Se non lo sai fare, chiamiamo un
idraulico, ma dillo! Per una volta, ammetti di aver sbagliato...»
«A
proposito di errori, c'è una cosa che vi devo dire», ho annunciato
con solennità per evitare che Oris e Pezzetta si mettessero a
litigare; e poi ho confessato.
Ero
stata così esaltata dalla storia del cardellino che mangiava il
Ficus Benjamin di mia madre che non mi sono preoccupata di
controllare se si trattava veramente di un cardellino, mi sono fidata
di quello che mio padre le aveva detto.
Ogni
volta che passavo vicino alla libreria, però, sentivo una voce che
diceva: «Cardellino: s.
m. – Piccolo uccello passeraceo...»;
sono riuscita a ignorarla solo fino a un certo punto.
Quando
mi sono fermata a sentire la fine della frase, l'amara scoperta: il
cardellino è noto per la mascherina rosso scarlatto che gli circonda
gli occhi. Lino, il mio cardellino, è azzurro e giallo. Quindi,
molto semplicemente, Lino non è un cardellino.
«Che
amarezza!», ha commentato Pezzetta, riempiendo il galleggiante di
Estathè: «Magari l'Estathè aggiusta tutto...»
Oris
gli ha provato la febbre con una mano: «Non è che hai respirato
troppo anticalcare?».
Siamo
andati tutti in bagno a sostenere Pezzetta e, con l'aiuto di Google
Immagini, io e il vocabolario abbiamo iniziato una ricerca per
risolvere l'arcano del mio uccellino grasso.
Ma
neanche il mio grande amico Yahoo Answers ha saputo aiutarmi.
Poi,
subito prima che Pezzetta provasse di nuovo galleggiante e che noi,
con le zampette incrociate, sperassimo nel miracolo, è arrivata l'illuminazione.
Jonathan Franzen, Libertà,
la dendroica cerulea.
A
partire da quell'altro famosissimo uccellino letterario, sono
arrivata a un link inaspettato e risolutivo: la famiglia delle Cince.
Lino
non è Lino, ma Lella.
Lella
la cinciarella, parente della cinciallegra, della cincia mora, della
cincia dal ciuffo, di quella bigia, dell'azzurra, della siberiana e
della dalmatina.
Ecco.
Ecco.
A
un certo punto, in un momento qualsiasi, senza che nessuno abbia
fatto niente di buono, lo scarico ricomincia a funzionare. Succede
nei migliori pollai; figuriamoci nel nostro.
Nessun commento:
Posta un commento