Memorie di una bevitrice di Estahè

Memorie di una bevitrice di Estahè

lunedì 8 luglio 2013

Le partithè di pallone

Se avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
Ehi tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi una voce fuoricampo”

Quando a casa c'è Oris è sempre domenica, pure se è sabato o se è un giorno feriale qualsiasi che per qualche motivo non è di lavoro. Domenica è quel giorno della settimana che è posizionato prima del lunedì, un po' triste e un po' conclusivo, durante il quale ondeggi per la casa in déshabillé, sei pieno di cose da fare (tutte quelle che non riesci a fare durante la settimana), pensi che in televisione ci sia Quelli che il calcio pure se il campionato è finito e pranzi alle quattro del pomeriggio perché ieri sera siamo usciti...
«Oris, guarda che ieri sera non siamo mica usciti...»
«Iris, è la tua parola contro la mia, noi comunque prima delle quattro non cuciniamo. Se vuoi mangiare da sola come nelle case degli studenti che hanno i piani del frigo separati, con le tagliole sulle scorze dei formaggi, fai come ti pare».

Peccato Iris!
Oggi non hai vinto la tua domenica perfetta.
Torna domani per tentare di nuovo la fortuna.

Oggi, per esempio, è domenica. Pure ieri era domenica. E pure il giorno prima.
Questa settimana, ci sono toccate tre domeniche di seguito a casa mia, fatte di pulizie di spazi privati, pulizie di spazi comuni, raccolta di oggettistica di Oris sparsa per tutta la casa (con pesca a premi finale), spesa settimanale con carrello privato («Va bene, compriamolo nero non rosa, sennò Pezzetta si arrabbia...») e:
«Dovrei fare una lavatrice...»
«Pure io»
«Magari possiamo farla insieme»
«La tua di che è?»
«Scuri»
«Io ce li ho e pure Pezzetta, c'è spazio per la roba nostra?»
«Penso di sì...»
«Però, io ho una mutanda...»
«E mettici 'sta mutanda, Pezzetta»
«D'altronde, si sa: è famiglia solo quando si lavano le mutande insieme»

A casa nostra, di solito, avviene uno strano fenomeno per il quale i panni di Oris, durante la settimana, fuggono dal cesto di loro iniziativa, si differenziano da soli e poi si buttano sfiniti nella lavatrice, o almeno questo è quello che pensa lei quando torna a casa e li trova puliti e piegati sul suo letto. Nel caso strano in cui è lei ad essere promotrice a attrice di un lavaggio, ci invita a conficcare le nostre cose nel cestello facendo leva sul silicone del water, solo per poter dire:
«Aò, però la stendete voi che io l'ho fatta partire»
«Ma io ci ho messo solo una mutanda!»
«Guarda che non è che perché, nel tuo idioma partenopeo, si dice al singolare, quella mutanda occupa meno spazio dei vestiti di Iris...»
«Sì, Oris, però sei tu che hai lanciato l'idea della lavatrice...»
«E' vero, così come è vero che accollarsi ha un prezzo...»
«E quando noi laviamo i tuoi, allora?»
«I miei vestiti si autogestiscono, provate a dimostrare il contrario»

Peccato Iris!
Oggi non hai vinto il tuo lavaggio a scrocco.
Torna domani per tentare di nuovo la fortuna.

Tutti e tre continuiamo ad ondeggiare all'interno delle nostre partite domenicali cercando di risolvere il più possibile, ma io continuo a perdere la mia battaglia più grande, da tre domeniche a questa parte, anzi da più di dieci giorni, avvalorando dentro di me la tesi che viviamo in un mondo ingiusto, tra gente ingrata perché non c'è una persona su questo pianeta che meriterebbe di vincere quella battaglia più di me.
L'Estathè ha indetto un concorso che si chiama Vero come te: uno risponde ad una serie di domande, crea una maglietta personalizzata e poi tenta la fortuna per vincerla.
Io, ovviamente, continuo a non vincerla.


Peccato Iris!
Oggi non hai vinto la tua T-shirt personalizzata.
Torna domani per tentare di nuovo la fortuna.

«Se mi dai la grafica, la facciamo fare noi questa cazzo di maglietta...»
«Ma no! E' una questione di principio! La devo vincere...»
«Iris, non gliela dare la grafica a questo che te la fa stampare sopra una mutanda...»
«Oddio! A proposito di mutande, ma chi l'ha stesa la lavatrice?»

Il bello delle domeniche d'estate è che, facendo zapping per cercare Quelli che il calcio e ascoltando Pezzetta che difende termini come 'Nguacchio o 'Nzivare, finisci per dimenticarti pure come ti chiami. Per questo motivo, il programma Risciacquo della lavatrice viene fatto partire anche cinque o sei volte di seguito, perché i vestiti se li lasci pure solo per quattro minuti e mezzo dentro la lavatrice con l'oblò chiuso, guadagnano quella puzza di umido che non ti sbagli.
Io credo che peggio di una persona che indossa vestiti con quell'odore, ci siano solo due cose: una persona che indossa una maglietta personalizzata dell'Estathè, se quella persona non sono io, e il verso di Una partita di pallone, in cui Rita Pavone dice E se scoprir io potrò che mi vuoi imbrogliar da mamma ritornerò, quando senti che quel verso lo vorresti dedicare a quelli della Ferrero.

Estathè, perché? Perché la domenica mi lasci sempre sola?

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