Se
avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
“Ehi
tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi
una voce fuoricampo”
Io,
Oris e Pezzetta abbiamo una zona notte fatta di tre camere da letto,
un bagno, uno sgabuzzino e un corridoio che ci divide dai giorni,
quando i giorni diventano cattivi. E allora certe mattine tristi,
prima di andare a fare colazione, Pezzetta, il nostro esperto
musicale, mette un pezzo, e tutti e tre balliamo in corridoio per cercare
di renderci talmente tanto ridicoli che niente di peggio potrà
succedere, quel giorno.
Se
scelgo io la musica, di solito, metto Rock
Around the Clock di Bill
Haley oppure Lookin' out
my back door, Up around the Bend o
qualsiasi cosa dei
Creedence Clearwater Revival, ma loro si lamentano perché dicono che
sono monomaniacale (infatti, molto raramente mi è permesso di
mettere la musica).
L'altra mattina, Pezzetta ha messo Give
my love to rose
di Johnny Cash, ma era troppo triste; allora Oris ha fatto partire
Salvation
dei Rancid e Salute
your solution dei
The Raconteurs. Pezzetta ha rilanciato con Maybellene
di Chuck Berry e I've
got my love to keep me warm
di Ella Fitzgerald e Louis Armstrong, ma poi Oris ha distrutto tutto
con
Farewell Mona Lisa
dei The Dillinger Escape Plan.
In
questo gioco al rialzo, io non riuscivo a ballare nemmeno una nota e
loro continuavano a discutere su chi doveva mettere le canzoni, su
quanta dose di tristezza usare, su come potevamo salvare quel giorno
e su chi dovesse preparare la colazione, poi, che è sempre un
dramma. E in tutto quel casino, è arrivato lui e si è presentato.
“Sono
Fourier, amici! Il
capitolo dell'amore, che si credeva esaurito, è appena iniziato;
stiamo per entrare in un nuovo mondo amoroso in cui tutto sarà per
noi sorprendente, come questo vostro poliamore...”
“Oddio
Fourier! Della serie di Fourier! Della trasformata di Fourier! Cos'è
questa? Un'analisi in frequenza del sistema dinamico del nostro
impianto stereo?”
“Non
sono un matematico, io sono un filosofo. Dalla mia opera Il
nuovo mondo amoroso,
parte il concetto di poliamore che voi rappresentate così bene...”
“No,
Fourier, non ci siamo capiti...”
Mi
sono dovuta fermare per raccontare a Charles che il nostro non è un
poliamore, che Oris è mia sorella di nascita e Pezzetta è nostro
fratello per acquisizione. Che, oggi, a trent'anni e dintorni, la
gente vive insieme pure se non è sposata o pluriunita e che le
complicazioni della nostra società non c'entrano niente con tutti i
sistemi utopistici che la filosofia si è tanto impegnata a
immaginare. C'erano una volta la famiglia, il lavoro, l'affermazione
personale, la politica, l'ambizione, le spalline, l'Estathè a basso costo, il
mutuo per comprare casa, i contributi, Sergio Endrigo a
Sanremo, ma poi è stato tutto riformato, annacquato, mistificato.
Altro che trasformata integrale di Fourier, c'è stata una
derivazione puntuale, un abbandono alla corrente.
E
a noi, individui incerti che si uniscono in bizzarre famiglie che
sembrano polimeri, non ci resta che ballare.
“Iris,
che hai? Ti senti bene? Con chi stai parlando? Ti stai intristendo
troppo! Così, non va bene. Dai, sceglila tu la musica”
Grazie
a Fourier, ho preso in mano le redini della situazione, mi sono
scrollata di dosso l'analisi matematica dei fatti e ho spinto play.
Quando è partita Tremarella
di Edoardo Vianello rifatta dai Persiana Jones, Oris e Pezzetta hanno sbuffato, ma poi si sono
fatti trascinare.
Pezzetta
dice sempre che lui non balla ma la realtà dei fatti è che le sue
coreografie su Tremarella
sono la cosa che più lo avvicina alla santità, alla nobiltà
d'animo, al trattamento ecclesiastico: al diventare Don Lurio,
insomma.
Non
siate tristi, amici, ballate anche voi.
Chi balla peggio, prepara la colazione.
Chi
riesce a seguire la coreografia, vince un brick di Estathè.
Il
polimero batte sempre il poliamore, è una cosa scientifica.