Se
avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo
“Ehi
tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi
una voce fuoricampo”
Giuro
che un attimo fa era maggio, poi ho sbattuto le palpebre e, quando ho
riaperto gli occhi, era luglio. Giuro che avevo le calze e il
raffreddore e, d'improvviso, qualcuno ha acceso un gigantesco fohn su
Roma. Ormai non faccio altro che parlare di quanto ho caldo.
«Come
stai?» «Sudo». «Che fai stasera?» «Sudo». «Carta di credito o
bancomat?» «Sudo».
Non
so come sia possibile, ma succede ogni anno: guardiamo l'afa che
abbiamo intorno e pensiamo che questa -proprio questa, non quella
dell'anno scorso o quella dell'anno prima ancora- questa è l'estate più
calda che abbiamo mai vissuto. Forse dipende dal fatto che le
sensazioni non si possono congelare ed è facilissimo trasformare un
disagio climatico nella tragedia termica peggiore di tutti i tempi o
forse, a furia di guardare Game of Thrones, con tutta quella gente
imbacuccata che non fa che ripetere che l'inverno sta arrivando, le
nostre tristi stanze liquefatte (nonostante i ventilatori e le
implacabili veglie notturne ad aspettare un po' di fresco) sembrano
l'apocalisse.
«Ma
perché? Perché usi sempre le parole a caso?»
«Oh,
San Giovanni: ho detto apocalisse, mica t'ho detto cotica...»
«Iris,
guarda che ti faccio scomunicare! Quello che l'Estathè non ha fatto
in tanti anni in cui hai abusato del suo nome senza permesso, lo
faccio io in un secondo»
«Ma
sai che ieri non hanno fatto entrare me e Ioris nella tua chiesa
perché avevamo le ginocchia scoperte?»
«Comunque
quella non è la mia chiesa, è la Sacrosanta Cattedrale
Papale Arcibasilica Romana Maggiore del Santissimo Salvatore e dei
Santi Giovanni Battista ed Evangelista al Laterano, madre e capo di
tutte le chiese della Città e del Mondo. La tua superficialità è
talmente palese che dà la misura esatta di quello che puoi
intendere con il termine apocalisse. L'apocalisse per te è il
supermercato che finisce l'Estathè.»
«Non
me ne parlare, gli scaffali sono pieni di quello schifo di summer
edition arancia e lime, ma...»
«Ma
ti hanno fatto la bottiglia da 1,75 litri e ti hanno comprata così»
«Esatto!
Senti, San Giovanni, visto che hai studiato...»
«Non
chiedermelo»
«Ti
prego! Madonna, però: che caratteraccio...»
«Madonna?!?
Ma allora vuoi proprio la scomunica...»
Quello
che avrei voluto chiedere a San Giovanni era uno spoiler su un altro
Giovanni, un Jon; volevo chiedere una piccola profezia su San Jon
Snow del Sacrosanto Castello Nero degli Arciguardiani della Notte
Buia e Piena di Terrori della Barriera del Confine Nord dei Sette
Regni, ma lui si è innervosito e mi ha abbandonato.
Il
fatto è che anche nella Apocalisse di Giovanni c'è un Trono (che non è di
spade, ma di lampi e tuoni, ma sempre un trono è); ci sono sette
sigilli, un agnello con sette occhi e sette corna, sette angeli con
sette trombe, sette flagelli (che non sono sette regni, ma i
ricorsivi numerici non vanno mai sottovalutati); e poi ci sono pure
un drago, dei cavalieri, la guerra, le distruzioni e l'ira di Dio.
Non sta a me dire chi ha copiato chi, tra San Giovanni e George R.
R. Martin, ma vista la vicinanza di alcuni temi, secondo me
l'apostolo poteva pure avventurarsi in un pronostico sulla sesta
serie, no? Che gli costava?
«Sei
appena stata scomunicata»
«Sii
un tantinello più ironico, Giova'. Non hai nemmeno subito il
martirio...»
«E
tu smettila di sudare visto che non sei all'inferno...»
«Almeno
dimmi dov'è l'Arca dell'Alleanza...»
Quando
gli ho detto che Deuteronomio è una delle mie parole impronunciabili
predilette, San Giovanni se ne è andato davvero, lasciandomi con il
pensiero di essermi beccata una scomunica per colpa di Jon Snow.
Erano
le due del pomeriggio e il sole sbatteva sulla finestra della mia
stanza, quando mi sono messa a pensare alla cronologia degli eventi:
il calore che veniva dalla tastiera del computer mi punzecchiava le
dita e io non facevo altro che sudare ed essere confusa. E se fosse colpa della scomunica tutto questo caldo? Se
tutto questo squagliarmi fosse a causa della mia insolenza? Ho
sbattuto le palpebre prima o dopo aver iniziato a sudare? E se questa
fosse davvero la mia apocalisse personale? Non è che hanno
spacchettato il quarto flagello, il sole si è surriscaldato e io sto
ardendo viva?
«San
Giovanni, dammi una spiegazione...», ho cercato di dirgli in un
delirio mistico, ma lui non mi ha risposto. «Lo so che non eri nella
Top List dei miei santi, quando ero una bambina, ma non potevi
battere Sant'Erasmo e Sant'Antonio, il primo è il patrono del mio
paese, l'altro dà il nome al vicolo di nonna Berta, nonno Peppino e
della nonna della mia amica M. Questa cosa delle liste era successa
perché la nonna di M. sosteneva che c'erano i santi di serie A e i
santi di serie B e che prendersela con quelli di serie B era meno
peccato. Ma San Giovanni, te lo giuro, eri in A, te la giocavi per la
Champions...», ho detto rivolta verso Piazza San Giovanni, ma lui:
niente.
«Iris,
mi passi il sale?» «Sudo». «L'hai visto il finale di Mad Men?»
«Sudo». «Davvero il tuo libro è uscito in nuova collana?»
«Sudo».
Io
e Oris abbiamo fatto pilates in salotto, con i tappetini stesi
davanti a un video di youtube, ma l'acido lattico non è valso come
espiazione. Con Ioris, che da Torino era la prima volta che veniva a
Roma, abbiamo girato per monumenti nelle ore più calde (dieci
chilometri di bellezza e ricerca di nasoni per bagnarci i polsi) ma
l'abbronzatura a maglietta non è valsa come espiazione. Io e Iaia
siamo capitate sotto al getto di un innaffiatore automatico mentre
andavamo a una festa di compleanno con le pochette e i vestitini, ma
il contegno che abbiamo mantenuto non è valso come espiazione.
Niente
è bastato a far abbassare la temperatura o la collera di San
Giovanni; l'unica cosa che continua a calare è la pressione
arteriosa.
Ho
chiuso gli occhi e li ho riaperti. Una volta, due volte, un numero
consistente di volte: ma luglio era e a luglio siamo rimasti, col
fohn, l'apocalisse, un brick di Estathè summer edition nel
mio frigo che nessuno vuole bere e i miei trentun anni tra meno di
due settimane. San Giovanni non mi risponde più e l'inverno non è
proprio dietro l'angolo.
O
forse sì.
Dipende
dai punti di vista.